mercoledì 8 ottobre 2014

Primi approcci

Come ho scritto nel mio primo post di presentazione, convivo con la RLS ormai da vent'anni, ma la cosa buffa è che a scoprire che fosse una sindrome non sono stata io ma il mio compagno.

Quando iniziammo a conoscerci e frequentarci fu lui a cercare in rete una spiegazione o un nome a ciò che disturbava il mio sonno. Trovò sul sito www.rsl.org la diagnosi che io non mi ero mai preoccupata di cercare: ero infatti abituata a mia nonna e al suo continuo rammaricarsi di non poter dormire la notte dovendola trascorrere camminando attorno al letto; ero abituata a mia sorella, che durante la gravidanza aveva sofferto di questo disturbo in maniera leggera; ero abituata a me stessa... per questo per me la RSL era come un "membro della famiglia" a tutti gli effetti... ovviamente come uno di quei parenti scomodi che si salutano solo per obbligo e buone maniere.

Quando anni dopo prendemmo la decisione di andare a vivere insieme, si presentò il problema:

 le mie gambe! 

Per una persona come lui, con il sonno abbastanza leggero, dormire accanto ad una persona che muove le gambe e ha dei micro risvegli durante la notte non era semplice (e non lo è tutt'ora). Probabilmente le responsabilità di una convivenza avevano fatto evolvere la malattia in maniera drastica, per cui il fastidio che io sentivo ogni tanto era andato peggiorando giorno dopo giorno, presentandosi praticamente ogni notte. Oltre tutto, era un periodo particolarmente stressante al lavoro, avevo iniziato a soffrire di disturbi gastrici e avevo una importante carenza di ferro che peggiorava i miei sintomi e come un cane che si morde la coda questi influivano anche sull'andamento della RLS che peggiorava, aumentando così stress e stanchezza.




Un giorno recandomi dal mio medico di base mi ritrovai a leggere un cartello informativo nella sala d'aspetto in cui si parlava di un nuovo e miracoloso farmaco che avrebbe potuto risolvere i miei problemi con le gambe (allora sopportavo stoicamente i movimenti notturni e il poco riposo). Ne parlai immediatamente con la mia dottoressa che, dopo aver costatato che soffrivo di Sindrome delle gambe senza riposo, mi prescrisse il MIRAPEXIN 0,18. Iniziai con una pastiglia e per molto tempo fu come rinascere: niente più strani movimenti delle gambe, niente più fastidio... ma inevitabilmente quell'unica pastiglia con l'andare del tempo non mi bastò più e nel giro di qualche anno dovetti aumentare la dose a una pastiglia e mezza. Attualmente sono arrivata a 2 pastiglie (l'aumento del farmaco risale a due settimane fa) e ad alcuni rimedi personali che, sia ben chiaro, non sostituiscono la cura ma la affiancano, ma questa è un altra storia...



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